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(Michele Caraglio all'arrivo di Vittorio Veneto con la divisa dell'AgoRosso di Bergamo).
Michele Caraglio, piemontese con passato da studente a Bologna e attualmente ricercatore in Belgio, è uno degli uomini di esperienza di questa Nazionale che si prepara a partire per il Canton Ticino. Sembrava aver riposto le sue ambizioni agonistiche una volta acquisiti gli incarichi federali, ma poi l'ardore agonistico mai sopito lo ha portato a tornare nelle vesti di atleta e guadagnarsi un posto in Nazionale e il CT Mikhail Mamleev lo ha convocato per i prossimi #EOC2018.
Uomo mite e di poche parole, Caraglio è però un lucido analizzatore delle situazioni.
Vieni da Chiusa Pesio, in Piemonte, ma il movimento piemontese fatica ad esprimere grandi interpreti ultimamente. La tua crescita è dovuta alla militanza nel CUS Bologna?
Comunque è sicuramente vero che correre per molti anni con il CusB mi ha dato modo di crescere molto e la presenza in squadra di atleti come Marco Seppi e Michela Guizzardi, fino a pochi anni fa punti fissi in Nazionale, è stata per me fondamentale. Entrambi mi hanno sempre aiutato, dato preziosi consigli tecnici e di preparazione atletica oltre che relativi alla gestione tattica-psicologica delle gare. Sono molto grato ad entrambi e felice quest'anno di poter correre di nuovo in Staffetta con Marco anche se per un nuovo club: l' Agorosso Bergamo del presidente Tommaso Civera.
Sembravi aver dato l’addio alla Nazionale con il tuo incarico in FISO, ma hai strappato comunque una convocazione meritata. Come valuti questa tua chiamata?
Più che un addio un arrivederci. Lo scorso anno avevo valutato che fosse meglio cercare di non mischiare troppo le cose e dedicarmi alla Nazionale solo come supporto alla squadra in seno al Consiglio Federale. Quest'anno la voglia di tornare a correre una manifestazione internazionale ha avuto la meglio e fin dall'inverno ho ripreso ad allenarmi intensamente per preparare questi Europei.
Tra l'altro in passato, proprio con il Cus Bologna, ho avuto modo di effettuare diversi campi di allenamento in Ticino e saper di conoscere abbastanza bene i terreni di gara è stato un ulteriore fattore che mi ha portato a decidere di mettermi ancora una volta in gioco.
Purtroppo nell'ultimo periodo ho avuto qualche acciacco fisico e in realtà altri atleti avrebbero meritato più di me questa convocazione ma gli impegni lavorativi li hanno costretti a rinunciare. Sto però recuperando e sono fiducioso che saprò fare del mio meglio durante gli Europei.
Hai avuto modo di fare un’esperienza da Consigliere Federale. Quanto è difficile per un atleta fare il salto e diventare dirigente?
Io continuo a considerarmi un atleta più che un dirigente quindi la domanda corretta a cui potrei provare a rispondere forse sarebbe "Quanto è difficile fare l'atleta ed al contempo provare a fare il dirigente?"
Sei un uomo di resistenza, cosa ci dobbiamo aspettare da questi EOC2018?
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