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02/04/2019

ALTO ADIGE: GRASSI, CERCO UN EREDE CHE ABBIA LA VISIONE

ALTO ADIGE: GRASSI, CERCO UN EREDE CHE ABBIA LA VISIONE

(Simone Grassi durante una corsa in bosco).

MERANO (BZ): Simone Grassi è al suo 2° mandato come Delegato della Provincia Autonoma Alto Adige Sud Tirolo. A breve scade il suo 8° anno al vertice provinciale, prima di lui in quel ruolo vi era Francesco Giroldi.

Grassi, seppur molto giovane, è già un orientista di lungo corso. Pratica la disciplina dal 1986 ed è stato formato da Gianpiero e Maurizio Grassi che hanno fatto la storia dell'Orienteering lombardo.

Trasferitosi in Alto Adige in seguito al matrimonio con Heike Torggler, è stato scelto per ricoprire il ruolo di Delegato anche grazie alla sua esperienza internazionale. Lo ricordiamo brillante tracciatore della prima Sprint Relay a Trento nel 2014

Tocca a lui ora rispondere ad alcune domande riguardanti il suo lavoro di questi ultimi anni.

Qual'è lo stato di salute del movimento altoatesino?

Mi sento di dire che il movimento sta bene. Siamo stabili. Il mio obiettivo era quello di arrivare alla formazione di un Comitato, ma al momento non sono riuscito a ottenerlo. Siamo a 4 società, TOL, Sporting Club Merano, Gruppo Orientisti Bolzano, Haunold Orienteering Team. Questi ultimi stanno facendo un ottimo lavoro in Val Pusteria. Organizzano un circuito infrasettimanale da loro gestito. 

Il territorio è attivo? 

Viviamo in una realtà felice anche se dal punto di vista degli eventi si potrebbe fare di più. Mentre a livello scolastico e promozionale abbiamo progetti interessanti. Ci siamo ispirati a esperienze come quella ticinese e lombarda, che sono rivolte ai giovani. Misha Mamleev, Christine Kirchlechner e Ingemar Neuhauser stanno seguendo da vicino questi aspetti. A livello promozionali i leader sono Ernesto Rampado e Orlando Prini, tra i primi a promuovere le settimane verdi e si rivolgono sia al gruppo italiano che quello di lingua tedesca.

Quali sono le difficoltà per sviluppare al meglio un'area potenzialmente ricca di risorse geografiche ed economiche?

Il fatto che siamo tutti dei volontari e abbiamo poco tempo. Dovremmo formare dei dirigenti, il mondo sportivo richiede sempre più tempo e professionalità a livello gestionale. E' lo stesso problema che abbiamo a livello nazionale. 

Cosa succederà nel futuro locale?

Sono alla ricerca di un mio sostituto, qualcuno che abbia una visione e a cui passare una buona base. Cambiare le persone a volte vuol dire portare qualcosa di fresco e di nuovo che magari io non saprei fare.

Avete eventi importanti in arrivo?

Contiamo sul format della Relay of Dolomites che è un concept che sposo a pieno. Cerchiamo di avere una gara nazionale ogni 2 anni che è quello che la FISO solitamente ci concede. 

Quale è la vostra strategia di sviluppo, volete condividerla con il mondo FISO?

Puntiamo sugli impianti e sulla formazione dei tecnici. Parlo di cartine facili da raggiungere e poi persone che possano essere mandate in varie sedi per la formazione. Il primo obiettivo è pienamento riuscito, con molti impianti validi. Il secondo è più faticoso, ma procediamo con convinzione.

Avete giovani interessanti?

Non contiamo su grandi numeri ma posso spendere una parola per i promettenti Vera Chiusole e Lukas Patscheider.

 

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a cura di Pietro Illarietti

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