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13/12/2019

SEBASTIAN INDERST: IN SVEZIA PER IL PASSO DECISIVO

SEBASTIAN INDERST: IN SVEZIA PER IL PASSO DECISIVO

INDEST: VADO IN SVEZIA PER UN ULTIMO PASSO, QUELLO DECISIVO

L’azzurro si è tuffato in una nuova esperienza formativa personale e sportiva.

GOTEBORG (SVEZIA): C’è chi per realizzare i propri sogni decide di mettere tutto in una valigia, cercarsi un lavoro, e partire alla volta della Scandinavia.  

Sebastian Inderst, azzurro della Corsa d’Orientamento, in questo 2019 è volato a Goteborg. Obiettivo dichiarato quello di migliorare il proprio livello di sportivo da orientista. Una scelta importante, ponderata e finalmente intrapresa con il piglio di chi vuol essere artefice del proprio destino. 

 

Ha scelto Goteborg, nella parte ovest della costa svedese, una zona riparata, dove la neve cade raramente e quindi dove è sempre possibile allenarsi.

 

“Si è trattato di una scelta maturata nel tempo – racconta il ricciolo tesserato del PWT -  da circa 12 mesi ci stava pensando”. 

 

Inderst non è nuovo a questo tipo di esperienze. In Svezia ci ha vissuto già ai tempi delle scuole superiori. Terminati gli studi universitari (laureato in ingegneria robotica a Zurigo lo scorso anno) è partito per un viaggio attorno al mondo che è durato 4 mesi con una road map che prevedeva Messico, USA, Haway, Nuova Zelanda, Filippine e Cina.

 

“Non ho smesso di allenarmi nemmeno in quel periodo – ci confida – e mi sono avventurato in posti sperduti e interessanti facendo scarpinate di 38 km con 2.000 metri di dislivello. Il luogo più bello che ho visitato? Non saprei scegliere, forse le Filippine dove ho praticato scuba diving. Ricordo ancora la bellezza delle isole e dei fondali dal sapore di natura selvaggia, fuori e dentro l’acqua”.

 

Tornando a noi, la lingua la conosci già: “Sì, in Svezia ho sviluppato tanti contatti. Al lavoro sono molto aperti e mi occupo dello sviluppo di algoritmi legati all’intelligenza artificiale. Vivo in un piccolo appartamento a Goteborg e vado a lavoro in bici. Alloggiare vicino al bosco era uno dei requisiti per la mia permanenza”. 

 

Entriamo nel dettaglio della vita da sportivo orientista: “Mi avvalgo del supporto dei 2 club più prestigiosi: IFK Goteborg, che ha vinto le ultime Tiomila e Jukkola, e l’altro che è Goteborg Myorna. Sono team molto disponibili che mi permettono di allenarmi con entrambi i gruppi. Per fare ciò ho sottoscritto una tessera, il cui costo è di 40 euro annui, che mi consente di partecipare agli allenamenti. Le gare in Svezia per ora le disputo con il mio team che si chiama Eksyo che si trova a 2 ore di macchina dalla mia base, non proprio dietro l’angolo”.

 

Obiettivo dichiarato il miglioramento nell’Orienteering. “Per il momento sto partecipando a tutti questi training con molta tecnica in bosco. Nel week end cerco di cambiare e ad esempio sono stato ad Halden, dove ci sono terreni simili a quelli dei prossimi Mondiali. Sin qui molta quantità, ora sono alla ricerca di un allenatore con cui confrontarmi. Non ho ancora trovato la persona giusta. Per il momento il team Eksyo si sta occupando di quest’aspetto. L’obiettivo è trovare qualcuno che abbia maturato una grossa esperienza personale nello sport dell’Orienteering e sia in grado di darmi supporto mentale e fisico. In questi anni ho fatto forse troppo da solo e ora vorrei uscire da questo stallo e fare un definito passo avanti”.

 

Inderst non vuole certo rinnegare quanto svolto sin qui: “Tutte le mie esperienza sono state ottime e formano le basi su cui vado a costruire il mio futuro. Vorrei solo effettuare un ultimo passo per avere delle risposte per tutti i piccoli segnali che il mio corpo e la mia testa mi daranno. Mi riferisco ad esempio al saper analizzare le gare da un altro punto di vista. Avere uno spunto esterno costante che reputo importante. Insomma, evitare è di essere un autodidatta”.

 

Cosa ti aiuta a lavorare meglio? “Qui vi è un gruppo enorme con cui fare allenamenti tecnici 2 volte a settimana, effettuare ripetute di Orienteering. Essere in 30 dello stesso livello è un ottimo allenamento. Il gruppo è motivante e ci sono tanti svedesi poco conosciuti che nei terreni nordici vanno forte”. 

 

Che Inderst vedremo tra 12 mesi? “Vorrei migliorare fisicamente perché credo che qua imparerò a correre molto bene sul terreno specifico e quindi trovare quel ritmo necessario per registrare migliori tempi. In pista sono cresciuto ma non altrettanto in bosco. Devo tornare ad eccellere anche in bosco”.

 

Hai dato un occhio al calendario locale? Si ma per tutto il mese di giugno vi è stato uno stop per un discorso legato alla protezione della fauna”.

 

Cosa ti ha sorpreso di questo inizio? “L’apertura mentale e il fatto di essere molto strutturati. Ogni martedì, dopo l’allenamento si fa una cena comune. Un bel momento sociale in cui scopri che attorno al club vi è un mondo. La base di tutto è la club house con spogliatoi, docce cucina e tavoli. Una cosa che da noi non esiste. Cosi si forma lo spirito di squadra.  Inoltre ho disputato la mezza maratona più partecipata al mondo con 60.000 atleti e 200.000 spettatori, la Gotebor Varvet. Che spettacolo”.

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