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06/06/2003

Campionati Svizzeri Middle - Il finanziere Michele Tavernaro tra i migliori

Campionati Svizzeri di corsa d’orientamento 2003:

atleti a livello mondiale in Ticino e Lombardia



di Alberto Grilli





La scorsa settimana si sono disputati due Campionati Svizzeri di corsa d’orientamento, sulle distanze sprint e corta (quella che qui chiamiamo middle). Il fatto curioso é che, mentre i primi si sono disputati in una cittadina ticinese, i secondi sono usciti eccezionalmente dai confini rossocrociati per avere luogo in una delle zone orientisticamente piú interessanti delle Lombardia, in Val d’Intelvi, dove la vecchia carta del Cus Milano é stata per l’occasione rivista e ampliata e potrá tornare ad essere teatro di gare regionali e nazionali nei prossimi anni.

La partecipazione é stata di alto livello, sia qualitativo che quantitativo; basti dire che tra i numerosi atleti dai 7 agli 84 anni che si sono succeduti in gara figuravano le prime due donne della lista mondiale e una ventina tra i primi 100 uomini e donne della medesima classifica.

Il primo appuntamento, fissato per giovedí 29 maggio a Mendrisio (in Svizzera era festa, l’Ascensione), ha visto protagonisti oltre 800 orientisti sgattaiolanti tra i cortili, le scalinate e i vicoli del cosiddetto magnifico borgo; percorsi ricchi di cambi di direzione, incroci, rampe di scale, dietrofront, stop-and-go, concorrenti che si districavano sotto l’occhio vigile dei numerosi pattugliatori in maglietta arancione e quello talvolta entusiasta, talvolta esterrefatto, talvolta disincantato degli avventori dei bar e dei locali alle finestre. Partenza e arrivo erano ubicati nel mercato coperto, per dare il via era stata approntata una rampa simile a quelle delle cronometro ciclistiche. Elite e juniores partivano per primi, per poi lasciare spazio alle altre categorie, fino al tramonto.

Reduce dai Campionati Italiani Sprint in Parma, dove aveva dovuto inchinarsi solo al finanziere Carlo Rigoni, lo specialista bernese Sven Kropf si é imposto in HE in 11’59’’, per un secondo e qualche decimo (sí, c’erano anche i decimi, le fotocellule registravano partenza e arrivo di tutti gli atleti) sul francese Thierry Gueorgiou, con i primi 20 classificati nello spazio di 1 minuto; tra le DE vittoria dell’imbattibile Simone Luder, che si é permessa di rifilare un minuto alle piú vicini rivali, divise tra loro da pochissimi secondi. Numerosi gli Elite italiani al via, i migliori sono stati Marco Seppi (35.) e Marco Ruggiero (37.), a un minuto e mezzo dal vincitore.

Sabato e domenica ci si é quindi spostati sopra San Fedele d’Intelvi, accompagnati da un sole rovente che piegava le ginocchia degli oltre 1000 partenti sulla lunga rampa che li avvicinava e allo stesso tempo li distanziava dalla partenza. Splendidi i percorsi del sabato, che facevano transitare gli orientisti in scorci incantevoli: zone di bosco pulitissimo e luminosissimo con erbetta verde brillante, tratti impegnativi in un terreno aperto grezzo, ricco di felci e minuscoli avvallamenti, con qualche sasso difficile da scorgere, aree dense di canalette e fosse laddove le pendenze non erano troppo accentuate, prima di gettarsi in picchiata nell’ultima parte di gara, attraversando qualche centinaio di metri di bosco tra le ortiche per ritrovarsi in un ambiente finemente dettagliato da cui uscire in leggera salita per sprintare verso il prato d’arrivo.

Naturale esito di una tale tracciatura sono stati tempi e medie velocissimi: Gueorgiou vinceva le qualificazioni in HE percorrendo 6,24 km./sf. in meno di 25 minuti! e la Luder, vincitrice dell’ultima coppa del mondo, primeggiava ancora in DE alla media di 5’22’’ al km./sf.

La formula di gara prevedeva la qualificazione al sabato e le finali domenica. Accedevano alla finale A i concorrenti classificatisi nella prima metá, per gli altri c’era la finale B; faceva eccezione l’affollatissima HE, per cui la classifica di sabato dava origine a tre finali da 40 atleti ciascuna. Va notato che in Svizzera non si utilizza la strana e conservativa regola della lista base invertita, come avviene purtroppo in Italia, che ha come effetto di provocare infiniti treni.

Oltre a quasi tutti i migliori svizzeri, alle nazionali francese e britannica, a diversi finlandesi, svedesi e belgi, numerosi gli italiani che hanno osato cimentarsi nel week-end approfittando della vicinanza di un tale evento; tra questi meritano sicuramente una citazione i dieci che sono riusciti nell’impresa di entrare in una finale A: Daniela Poete (D18 – Interflumina), Laura Piatti (D40 – Como), Pandora Segre (DAK – Lombardia Or.), Denis Shutkovskij (H16 – Como), Antonio Baccega (H35 - F.Gialle), Roberto Biella (H40 – Sesto 76), Tiziano Zanetello (H45 – Erebus VI) e i tre elite Michele Tavernaro (F.Gialle), Carlo Rigoni (idem) e Marco Seppi (CUS BO).

La domenica, mentre lo speaker imitava Armando Ceroni e la cucina preparava letali piatti di polenta e spezzatino, i finalisti si recavano in partenza accompagnati ancora una volta dal sole splendente e dal gran caldo. Per le prove decisive era stata scelta la parte completamente nuova della carta, denominata Bosco della Torre, con caratteristiche completamente diverse rispetto alla qualificazione: terreno ripidissimo, in parte scivoloso per l’acquazzone notturno, avvallamenti profondi, molti sentieri perpendicolari alla marcia degli atleti nella parte iniziale della prova e paralleli nel tratto finale, diversi ruscelli quasi secchi da attraversare; le distanze erano leggermente piú lunghe e i tempi al km. si alzavano anche loro di poco; i lunghi tratti molto fisici nel finale si sono rivelati decisivi per il risultato finale; in HE l’elvetico Lauenstein passava da primo a dodicesimo, Gonon da ottavo a secondo, il britannico Stevenson da trentesimo a decimo.

Quella che doveva essere una carta adatta agli atleti svizzeri ha invece confermato la supremazia del francese Gueorgiou, seguito dal connazionale Gonon e dal finlandese Huovila; primo degli svizzeri Bentz, sesto chiudeva Tavernaro e settimo (terzo degli svizzeri) chiudeva il leggendario, per noi lombardi, Stefano Maddalena, che a 35 anni é riuscito a togliersi la grande soddisfazione di una medaglia di bronzo ai campionati nazionali.

Tra le donne, dove purtroppo nessuna italiana é riuscita ad entrare in finale A, dominio elvetico con la solita Luder davanti a Vroni König Salmi e all’articolista Brigitte Wolf; prima straniera l’albionica Heather Monro, ottava, lo stesso posto che occupa attualmente nella lista mondiale. Cinque le italiane in finale B: Laura Scaravonati (5a), Sabine Rottensteiner (9a), Helga Bertoldi (13a), Francesca Pelizzola (20a), Renate Fauner (27a).

Situazione curiosa per alcune categorie in cui i migliori della finale B, che con l’eccezione dell’HE si correva sul medesimo percorso della finale A, hanno fatto segnare dei tempi da podio o molto vicini ad esso: é il caso delle D14 (2°,3° e 4° tempo), D60 (2°), H10 (1°), H20,40 e 60 (4°), prestazioni che hanno fruttato solo un posto al vertice della finale B a causa della mancata qualificazione del giorno precedente.

Al termine della gara grande premiazione nel prato d’arrivo con un folto pubblico ad applaudire e fotografare i campioni dai 10 ai 75 anni che salivano sullo stretto podio; dopo gli applausi ai migliori elite, l’altoparlante e lo speaker abbandonavano i ritmi festaioli e intonavano solennemente il salmo svizzero dell’abate Zwyssig, degna conclusione di questi tre giorni di sfide esaltanti.



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