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CAVALESE (TN): Caparbietà, spirito di sacrificio sono l’essenza di Davide Comai, trentino della Val di Fiemme classe 1995. Ragazzo umilissimo, cuoco di professione, dopo aver sfamato ogni giorno 80 operai riassetta la cucina ed esce per la sua razione di training estiva, sugli skiroll, o invernale, con gli sci di fondo. Il tesserato dell’US Lavazè Varena ha chiuso una stagione che ha fornito spunti interessanti e registrato pure dei passaggi a vuoto.
Comai è di nuovo partito a testa bassa e in paese ormai tutti lo riconoscono come il ragazzo che corre leggendo il giornale. Ci spiega meglio: “Strappo una pagina di Azimut Magazine o un’altra rivista, ad esempio, e vado a correre leggendo le parole dell’articolo. Leggo, perdo il segno e mi ritrovo, come succede nelle gare di Orienteering. E’ un esercizio forse della vecchia scuola, ma il CT Nicolò Corradini me l’ha insegnato e per me è diventato un importante metodo per migliorare. Infatti, ultimamente mi sento più sicuro dal punto di vista tecnico”.
Fin qui l’azzurro si è raccontato tutto d’un fiato. Questo invece il presente.
“Il mese di maggio mi sono allenato tra skiroll e Corsa d’Orientamento prendendo parte ai Campionati Trentini Long dove sono stato tratto in inganno dagli alberi caduti nella famosa tormenta autunnale, ma stavo andando bene. In questo periodo sento di riuscire a leggere bene in modo fluido e più sicuro. Non so bene se sia veramente grazie alla lettura del giornale. Comunque vado in bosco e ogni settimana. A Varena mi unisco ai ragazzi del posto dell’US Lavazè.
Aggiungo poi la palestra, dove lavoro sulla forza, sul core stability e poi esco a trasformare all’aperto con esercizi specifici. Ora è tutto perfetto, poi, purtroppo, si accorceranno le giornate e con il lavoro è sempre un problema, visto che termino alle 16:00”.
LA SUA ANNATA: “La stagione scorsa, a febbraio, siamo stati in Turchia per Campionati Europei di Sarikamis e lì sono andato bene. Peccato che nella Long abbia commesso errori banali. Ero 4° poi sono scivolato dietro. Una caduta con perdita dello sci mi ha fatto deconcentrare e sono calato. Una questione di attimi. I primi 20 sono tutti vicinissimi e basta poco per perdere il treno buono”.
Il secondo momento clou è stato quello dei Mondiali di Piteo in Svezia. “Pensavo di andare meglio ma sono stati un flop. Forse mentale. Ero molto carico, la prima prova era una Long, poi una Sprint e la Middle. Un programma inedito perché solitamente si parte dalla Sprint. Il fatto di essere con i più bravi al mondo mi ha bloccato. Loro sono preparatissimi, pensate che noi a Lavazè facciamo fatica a battere una pista. Non ce lo permettono”.
“Con l’impegno messo avrei voluto comuque ottenere di più, ma non avendo la possibilità di gareggiare in carta, a livello italiano, siamo penalizzati. Dovremmo fare più allenamenti tecnici, quando arrivi a prendere confidenza con la mappa è finita la stagione”.
IL FUTURO: “Guardo comunque al futuro con fiducia. Mi sento migliorato. Capisco subito dove mi trovo e sbaglio meno. Un piazzamento nella top 10 internazionale sarebbe un grande risultato. Come tecnica sciatoria siamo già molto forti, forse anche superiori a certi avversari, russi compresi. Dobbiamo essere bravi a fare un salto qualitativo tecnico. Nel frattempo continuo a strappare pagine. Leggo e penso a quello che ho appena letto, come se fossi a una gara, per esercitare la mente, serve per l’occhio, perdere il punto e ritrovarlo subito”.
A cura di Pietro Illarietti