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19/09/2022

SCI-O: DALLE DELUSIONI PUO' NASCERE IL FUTURO

SCI-O: DALLE DELUSIONI PUO

CASTELLO DI FIEMME (TN): Un’annata densa, sicuramente di crescita. Più caratteriale che fisica. Stefania Corradini è infatti reduce da un inverno in cui le delusioni hanno esercitato un ruolo quasi formativo. Le ragioni sono presto dette ed è lei stessa che ce le svela a bocce ferme.

“Si è chiusa una stagione in cui era palese che il mio obiettivo fosse la qualificazione olimpica nello sci di fondo, che era un sogno quasi a portata di mano. E poi vi erano i mondiali di Sci-O, in Finlandia”.

Andiamo con ordine: “Come nelle ultime stagioni ho preparato la doppia attività (fondo e Sci-O). Avevo dedicato molto tempo alla preparazione tecnica di Orienteering e, a ottobre, abbiamo sostenuto, con il gruppo dalla Nazionale, un camp molto tecnico a Oslo Holmenkollen, presso il centro olimpico. Con noi i campioni della selezione norvegese. Un momento di interscambio eccezionale”.

La preparazione è poi proseguita e si è aperta un’opportunità: “A gennaio andavo già bene e a quel punto il focus si è spostato sullo sci di fondo, con il sogno della partecipazione olimpica a Pechino. Per scelte tecniche questo sogno è svanito e subito ci siamo rifocalizzati sull’attività nazionale di Sci-O con le prove al Passo Oclini e Padola. L’attenzione era tutta per l’evento mondiale in Finlandia, dal 13 al 19 marzo”.

Un evento affrontato con delle speranze vista la grande forma atletica raggiunta. “Sapevamo di poter contare su un’ottima condizione e il tallone di Achille nella tecnica. Eravamo consapevoli del fatto che nel piattone finlandese la differenza fisica, purtroppo per noi, non si poteva fare”.

Quali le difficoltà? “Tantissimi bivi ed era impossibile tenere alta la concentrazione a lungo. Anche nella Sprint un errore banale mi è costato la top ten. Credo per una questione di ore, poche, passate su una rete così difficile. Abbiamo svolto tanti esercizi con bici e di corsa in fase di preparazione. Lo sci è però differente nella sua gestualità visto che questi continuano a scorrere sotto ai tuoi piedi. Lo trovo maggiormente dinamico e non puoi fermarti con facilità, come nelle altre discipline. Inoltre, il complesso della rete delle piste è più complicato. Ne parlavo con Lisa Larsen, svedese che ha nel suo palmares titoli di campionessa del mondo. Ora vive in Svizzera e pure lei non è più abituala a certe mappe”. 

Significa che vi è un eccessivo tecnicismo nella disciplina? “Credo di sì. Questo rende limitante l’accesso allo sport dello Sci-O. Se lo portassimo negli stadi (esperimento già effettuato con successo) con una rete meno tecnica, ci sarebbero più nazioni al vertice. Non lo dico per mio interesse, ma per quello del movimento. Faccio un esempio, la mia forma fisica rispetto alle altre concorrenti era decisamente superiore, ma sono arrivata oltre la top 20. Nella Team Sprint invece, dove la tecnica è più semplice, al lancio ho cambiato per prima nettamente. Ripeto, vorrei uno sport più accessibile. Così si impedisce l’accesso a molti”. 

Archivi un inverno con una doppia delusione, molti siti specializzati nello sci ne hanno parlato, come ne esci? “La mia testa e la mia motivazione sono state messe a dura prova in entrambi gli ambiti. Comunque, dopo 15-20 giorni di riposto sono ripartita. Non sono abituata all’inattività, ma tra studio e lavoro a casa mi sono distratta comunque.  A settembre mi laureo e quindi ad aprile ci ho dato dentro con lo studio. Per il resto ho dedicato il mio tempo a famiglia e amici. In un attimo era già tempo di ricominciare”.

Bisognava ritrovare la motivazione: “Non è stato comunque semplice da affrontare. Sono stata esclusa dalle convocazioni di Coppa del mondo a marzo. Eppure avevo ottenuto 2 vittorie in Coppa Italia, 8 podi e la classifica generale e la considerazione, anche di quel movimento, nei miei confronti era cresciuta. Mi sono chiesta più volte se ne valesse la pena. Poi ho rilanciato pensando a nuovi obiettivi come le Olimpiadi in casa, nel 2026, e i Mondiali di Sci-O, a Ramsau, in Austria, che dovrebbero tenersi su terreni più adatti a me”.

La nuova stagione è già partita con bici, corsa e palestra: “La 17^ settima è quella in cui si riprende. 4 settimane di fondo e poi si parte con cicli di 3 e una di scarico fino a novembre. Rispetto al passato i volumi sono già molto alti e non li abbiamo aumentati per non rischiare l’overtraining. Cerchieremo di privilegiare la velocità e qualche dettaglio fisico e tecnico”. 

Quali i punti deboli? “Fisicamente parlando sapete che ho un problema alla schiena che stiamo cercando di risolvere. È il mio limite più grande. È un dolore altalenante. A febbraio ho sofferto molto. In questo periodo ho avuto il parere di altri e qualificati specialisti. Un medico sportivo Coni, di Roma, mi ha prescritto nuovi esami e forse conteremo su una nuova soluzione”.

Ai primi di giugno l’azzurra sarà allo Stelvio a sciare con il fratello Francesco per una settimana. Un esercizio utile per la tecnica. Lo sciatore cerca il contatto con la neve anche fuori stagione, mantenendo costantemente quel feeling con il manto bianco.  

“Una situazione da tenere monitorata. C’è poca neve e i gestori non si fidano a battere le piste. Fortunatamente abbiamo un rapporto diretto con loro e ci avviseranno appena le piste saranno pronte. Sarà una sessione di training lento, perché si tiene a 2.700 metri, comunque meno in quota rispetto ai 3.200 m. del ghiacciaio, dove solitamente ci si allena”. 

LA SQUADRA CHE HA RAPPRESENTATO L’ITALIA AI MONDIALI 2021:

UOMINI:

Francesco Corradini (GS Castello)

Davide Comai (US Lavazè)

Stefano Martinatti (Orienteering Pinè)

Paride Gaio (US Primiero)

Antonio Bettega (GS Pavione)

DONNE:

Stefania Corradini (GS Castello)

Rachele Gaio (US Primiero)

 

Da Azimut Magazine

A cura di Pietro Illarietti 

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