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12/01/2017

PRIMIERO: L'IMPORTANZA DEGLI ALLENAMENTI SOCIETARI ORGANIZZATI

PRIMIERO: L

Come consuetudine riprendiamo un articolo di approfondimento apparso sul numero di Azimut N. 14. Nelle case degli orientisti è ormai giunto il N.15.

L’IMPORTANZA DEGLI ALLENAMENTI SETTIMANALI ORGANIZZATI DALLE SOCIETA’

A cura di Pierpaolo Corona, Tecnico Nazionale.

PRIMIERO (TN): Gli allenamenti settimanali svolti in società sono il vero motore e la vera benzina dell’attività della Federazione. Non è una dichiarazione così banale come potrebbe a prima vista sembrare. Parliamo dell’unico vero punto fermo che ogni società dovrebbe avere. Ne sono sempre più convinto dopo i miei trascorsi come atleta professionista nelle “Fiamme Gialle”, allenatore dell’U. S. Primiero e, negli ultimi anni, responsabile tecnico e allenatore del Progetto Talenti Trentino e Nazionale e componente dello Staff della Nazionale Junior.

La Federazione e i Comitati possono organizzare e finanziare giornate di raduno, la partecipazione ad eventi internazionali, dare supporto alla crescita degli atleti, ma il vero e costante momento di miglioramento dei giovani avviene durante la settimana. Questo tipo di lavoro permette ai ragazzi di assimilare gradualmente le varie tecniche orientistiche/atletiche e acquisire la necessaria sensibilità nel capire quando applicarle.

Talvolta durante i raduni della Nazionale Junior noi allenatori possiamo notare mancanze tecniche importanti che non permettono di sostenere tutte le tipologie di allenamenti di qualità che si vorrebbero svolgere.

Se la maggior parte delle società svolgessero almeno un allenamento settimanale, per le settimane utilizzabili durante l’anno, i ragazzi potrebbero svolgere una quarantina di allenamenti tecnici partendo da questa base per svolgere meglio l’attività della Nazionale.

Non tutte le società sono strutturate per organizzare allenamenti settimanali. I motivi sono i più vari (lontananza dalle cartine, mancanza di allenatori, di tempo, ecc). Da tecnico federale vorrei però spingere affinchè questo gap possa essere colmato ricordando il vero obiettivo da raggiungere per società sportiva.

Alcune volte questa mancanza di costanza nella preparazione degli allenamenti può sembrare una scusa (perché richiede indiscutibilmente impegno), ma con un po' di fantasia, organizzazione e collaborazione, anche fra le società possono riuscire a superare alcune di queste effettive difficoltà.

Non esiste una ricetta unica. Consideriamo le unicità di ogni società, ma se non si riuscisse a impostarlo con le proprie forze (basta che non manchi la buona volontà) perché non cercare collaborazione nelle società vicine?

I ragazzi di società diverse stanno volentieri fra loro. Sta a noi dirigenti creare i presupposti perché le società collaborino e far sì che i ragazzi possano allenarsi maggiormente.

Spesso, inoltre, ho l’impressione che alcune squadre aspettino che il Comitato o la Nazionale organizzino delle attività per aggregare i propri ragazzi.

Secondo il mio punto di vista il Comitato e la Nazionale dovrebbero occuparsi di “un’attività di medio e alto livello”, affinando le differenti tecniche, mentre spetta alle singole società far crescere costantemente i propri ragazzi.

Certamente è importante avere/trovare delle persone (anche singole) che si occupino degli allenamenti, non occorre avere il “super tecnico”. Basta una persona di “buona volontà” magari con il supporto iniziale del Comitato.

Talvolta anche con cartine “semplici” e conosciute si possono proporre ottimi allenamenti, magari basati maggiormente sull’aspetto atletico. Non bisogna dimenticare che nell’orientamento di alto livello è fondamentale correre forte, e solo da questa base, si può partire con obiettivi ambiziosi.

Ogni tanto sento parlare di “modello Primiero”. Questo concetto non è corretto, nel senso che stiamo valutando un modello “semplice” verso il quale le società primierotte tendono, pur con le proprie specificità, e che, in poche parole, consiste nell’avere come fine principale l’attività giovanile.

L’U.S. Primiero, della quale faccio parte, nel corso degli anni si è strutturata in modi diversi, cambiando in base alle diverse esigenze del momento (allenatori, aspetti finanziari, maturazione degli atleti, ecc.).

Tutto questo però con sempre ben chiaro lo scopo: da una parte dare un supporto al settore agonistico e dall’altra continuare ad avere nuove leve facendo della promozione locale.

Per far questo ci sono degli allenatori per il corso promozionale (un paio, supportati da qualche amatore), che svolgono una ventina di “allenamenti” annuali, con i quali si garantisce continuità alle gare promozionali svolte in collaborazione con le altre società locali (G.S. Pavione e A.D.S. Fonzaso).

Senza di questo primo step, i ragazzi che provano l’orientamento come principianti non avrebbero nessuno a cui appoggiarsi e smetterebbero di praticarlo.

Per il gruppo agonistico invece ci sono 3 allenatori che preparano (suddividendosi i compiti) l’attività settimanale che consiste in 2 allenamenti atletici e 1 allenamento tecnico. Durante l’week end si partecipa alle gare.

Da quest’anno l’attività sul territorio viene svolta, senza nessun vincolo, in collaborazione con il G.S. Pavione e l’A.S.D. Fonzaso: allenamenti collettivi, organizzati a rotazione da una delle società. In alcune occasioni abbiamo avuto anche 70 partecipanti. Numeri importanti per dei semplici training infrasettimanali.

In allegato alcuni esempi degli allenamenti proposti, su cartine conosciute, che però, presentati con formule particolari permettono di essere validi ed interessanti.

 

 

 

Inoltre come da tradizione, da circa 5 anni, oltre ad una trasferta all’estero, viene organizzato ad agosto il Primiero Training Camp, un campo d’allenamento di 4-5 giorni, aperto a tutti coloro che vogliono parteciparvi. Occasione per continuare, anche in estate, ad allenare i ragazzi con una certa costanza e favorire la nascita di collaborazioni costruttive. Riteniamo, io e gli altri componenti dello Staff della Nazionale, che questo possa essere uno dei possibili modi di proporre un’attività costante che porti alla crescita degli atleti di domani. Per sviluppare ciò è necessario che le persone oltre che a partecipare alle gare, dedichino tempo e risorse nell’attività societaria. Sta alle società e alle persone organizzarsi.

 

p.i.

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