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12/09/2018

SEBASTIAN INDERST: HO LAVORATO SULLE EMOZIONI

SEBASTIAN INDERST: HO LAVORATO SULLE EMOZIONI

LA STORIA DI SETBASTIAN INTERST:  HO LAVORATO SULLE EMOZIONI PER UNA SETTIMANA DA SOGNO

A cura di Pietro Illarietti

Sebastian Inderst, svizzero d’Italia, durante i Campionati Europei di Orienteering ha vissuto un’esperienza inedita. Lui, ticinese di Caslano nei pressi di Lugano, ha indossato la maglia azzurra in un evento che si è svolto nel più italiano dei cantoni elvetici. Per chi non lo sapesse Inderst ha il doppio passaporto, e il suo sogno sportivo era quello di partecipare alla rassegna continentale nella sua terra. Un’esperienza totalizzante da ricordare. 

“Direi che è proprio così – afferma il sempre sorridente azzurro – Quelli del ticino sono i boschi dove ho imparato a fare Orienteering. La mia tecnica si è evoluta adattandosi a quel tipo di terreno, per questo avevo grandi aspettative”.

Ci avevi confidato di aver lavorato molto anche sulla gestione dell’emozione. Di cosa si tratta precisamente?

“Affrontare un insieme di situazioni ed emozioni così importanti non era semplice. Per questo motivo ho cominciato a lavorare con una psicologa dello sport. Anche solo il fatto parlarne con un professionista mi ha aiutato molto. Ci sono pensieri, come l’agitazione in partenza, che sono comuni a tutti gli atleti ma hai bisogno di capirlo per poterlo gestire. Il tifo, l’agitazione della gara, tutti elementi di cui tenere in considerazione e alla fine il risultato, da questo punto di vista, è stato buono. Sono riuscito a concentrarmi come pianificato”.

Hai goduto di attenzioni particolari da parte dei Media ticinesi? Questo fatto ti ha esaltato?

“Abbiamo avuto una grossa esposizione mediatica con giornali, radio e TV che ci hanno dedicato tante attenzioni. Una bellissima sensazione, me la sono goduta tutta. Non avevo mai avuto un’intera pagina di giornale solo per me. Questo mi motiva molto e mi spinge a continuare ad allenarmi per conquistare il medesimo spazio grazie ai risultati che saprò ottenere nello sport e non solo perché sono l’atleta di casa”.

Ha detto che te la sei goduta. Cosa in particolare ti rimarrà dentro?

“Non scorderò mai il tifo che c’era in zona arrivo. Una cosa straordinaria. Mi sentivo trasportato da un’ondata di calore. Non so se mi capiterà mai più di vivere qualcosa del genere. Lo porterò dentro per sempre”.

I risultati sono stati in linea con quello che ti aspettavi?

“A dire il vero speravo in qualcosa in più. Le gare sono andate bene ma nella Middle mi aspettavo meglio, pur essendo stato il mio risultato migliore. Ho comunque portato a termine delle prove pulite. La qualifica Sprint non è comunque bastata per guadagnarmi la finale e nella Long ero in linea con le aspettative. Qui ho commesso un errore all’ultima scelta dove ho perso 2-3 minuti. Gli avversari sono tutti fortissimi. Se guardo indietro però capisco di essere migliorato molto. Lo scorso anno il concorrente che mi precedeva aveva 10’ di vantaggio, ora il mio distacco dai migliori sta diminuendo e il fatto che io mi stia avvicinando pian piano al top è molto gratificante”.

Guardando avanti, quale risultato sogni di raggiungere?

Il mio sogno è una top 20 mondiale. Devo dire che per me è stato motivo di grande ispirazione vedere un atleta come Gernot Kashbaumer ottenere la sua prima medaglia a 35 anni. Vuol dire che davanti a me ho ancora 10 anni per provarci. Io continuo a sognare, vediamo cosa succede

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