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LA MASCHERINA IN ARENA DI GARA
La mascherina in arena di gara
Da luglio abbiamo ripreso a correre nei boschi, nonostante l'epidemia di COVID-19 non sia ancora finita e ora mostri addirittura segni di ripresa; l'abbiamo potuto fare perché il comportamento responsabile della stragrande maggioranza degli italiani nell'osservare le norme stabilite dal Governo e dalle Regioni ha consentito di ridurre notevolmente il numero dei casi nel nostro Paese. Come Federazione, abbiamo definito un protocollo per l'organizzazione delle gare che rende molto basso il rischio che queste diventino occasioni di contagio.
Abbiamo la fortuna di praticare uno sport che si svolge all'aperto, senza pubblico e con i concorrenti che si disperdono nel terreno dalla partenza fino all'arrivo. Tuttavia, è evidente che, soprattutto prima e dopo la gara, non mancano situazioni potenzialmente critiche, legate in particolare alla necessità di mantenere una distanza fisica di sicurezza tra le persone.
La legge prevede che sia obbligatorio mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e che sia obbligatorio l'uso della mascherina, oltre che in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico, anche "in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza".
L'arena di gara è certamente un luogo aperto, ma chiunque abbia partecipato o assistito recentemente a gare di orienteering si sarà reso conto che garantire il rispetto del metro di distanza interpersonale (ma dovrebbero essere almeno due, per legge, se si sta correndo, come durante il riscaldamento), è impossibile.
Per questo il protocollo che la FISO ha definito per lo svolgimento delle gare prevede l'obbligo di indossare la mascherina in arena di gara fino al momento della partenza e dopo l'arrivo. Non si può certo negare che questo rappresenti un fastidio, ma è un sacrificio che dobbiamo sopportare non solo per la sicurezza di tutti, ma anche per salvaguardare il nostro sport dal rischio di essere vietato, qualora le Autorità pubbliche ravvisassero il mancato rispetto delle normative.
Chiedo quindi a tutti un'assunzione di responsabilità: agli atleti, nel sopportare il piccolo disagio della mascherina; ai responsabili delle società, perché informino gli atleti e vigilino sul loro rispetto del protocollo, agli organizzatori affinché l'obbligo di mascherine e le altre regole previste dal protocollo vengano puntualmente comunicate e fatte osservare.
Sergio Anesi, Presidente