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17/12/2020

MTB-O: GIRARDI, ECCO I MIEI GIOVANI

MTB-O: GIRARDI, ECCO I MIEI GIOVANI

Gigi Girardi abita a Calstello di Fiemme, tecnico di esperienza prestato alla Mtb-O, da qualche mese si è preso in carico il settore giovanile delle 2 ruote con carta e bussola. Per chi non lo conoscesse ricordiamo anche la sua lunga carriera a livello internazionale nello Sci-O ed un breve trascorso, di una stagione, da CT della C-O. Uomo di sport da sempre, ha accettato l'invito della Commissione Mtb-O e si è preso in carico i ragazzi di un settore in piena fase di rifondazione. 

Il suo coinvolgimento è avvenuto dalla scorsa primavera grazie a Clizia Zambiasi e Andrea Visioli che sono parte della Commissione Mtb-O. 

“Ho una certa esperienza nel settore – esordisce il poliziotto trentino - perchè negli anni 90 ero un avversario di Michele Mogno, Ivan Gasperotti (all'epoca azzurri della Mtb-O ndr). Arrivai secondo alle spalle di Mogno in un tricolore. Una sconfitta che brucia ancor oggi”.

Venendo al presente Girardi, prima di svelare nei dettagli il progetto giovani, racconta alcune cose interessanti dal punto di vista tecnico. Ad esempio la perfetta complementarità tra Mtb-O e Sci-O: 

“Il tipo di lettura, ossia fotografica, ed il colpo d'occhio nei sentieri è del tutto sovrapponibile a quello delle piste di sci. I metodi di allenamento sono simili e li ritengo complementari. Anche in carriera l'ho utilizzato l'allenamento tecnico in Mtb-O. Addirittura prima che inventassero il leggio da manubrio usavamo quello da torace, molto scomodo, ma per noi era importante praticare quel tipo di esercizio orientistico”.

Girardi aggiunge: “La Mtb-O è comunque fruibile in modo più semplice perchè la base cartografica è data dalle strade o dai sentieri, mentre per lo sci serve la neve, quindi tutto si complica perchè è una situazione, quella dell'innevamento, che troviamo sempre con maggior fatica”. 

Entriamo nello specifico del progetto giovani: “Qualcosa in verità si era avviato anche anni fa con Ivan Gasperotti. Ora siamo ripartiti per ricreare quello che poi è la normalità di una federazione, ossia costruire una base giovanile per poi dare uno sbocco in Elite. Abbiamo dei ragazzi molto motivati e questo mi ha sorpreso. Pensavamo che al nostro invito aderissero praticanti della C-O convertiti alla Mtb-O. Invece la novità piacevole è che si tratta di ragazzi che vengono dal ciclismo, zona Pinè, e solo in parte dall'Orienteering come Debora Dalfollo e Iris Pecorari solo per fare 2 nomi”. 

Interessante la spiegazione relativa alla differenza di tecnica tra i 2 gruppi: “Nella corsa hai sempre il dito sulla carta e hai una navigazione a bussola. Chi corre cerca la tratta più breve e sul tuo percorso ci sono molti ostacoli da superare. Nella Mtb-O è diverso. Devi avere una capacità importante di ricollocarti sulla carta, di fare una scelta di percorso e capire la ciclabilità del percorso. Teoricamente più banale e grezza, ma poi quando devi fare i tuoi conti a 30 chilometri orari diventa tutto più difficile. La sequenza logica è questa: fare la scelta, fotografarla nella tua mente e percorrere la tua via. I riferimenti ti devono venire incontro. L'anticipo è la soluzione vincente, come sempre nell'Orienteering”.

Una precisazione ulteriore. “Il ciclista normalmente è più grezzo dal punto di vista tecnico, non ha sensibilità sulla carta e sulle curve di livello. La scelta è più semplice. Si va a sinistra oppure a destra nella mappa. Per contro sanno pedalare molto più forte. Se invece un giovane proviene dalla C-O legge bene le carte, quindi possiede una tecnica superiore. Credo che un biker portato nel bosco a confrontarsi in una gara di C-O prenderebbe minuti di distacco. Per chiudere il discorso iniziale e riallacciandomi allo Sci-O, nella bici l'aspetto fisico prevale sulla tecnica, con la velocità a complicare il tutto”. 

Come abbiamo trovato questi ragazzi? “Si sono avvicinati alla Corsa Orientamento e poi di riflesso sulla Mtb-O”.

La stagione è stata corta ma c'è stata già il tempo di vedere qualche piccolo progresso: “Si è partiti ad agosto. Abbiamo fatto un raduno ogni mese e scelto zone differenti. Il Trentino con Lavarone, poi a Pergine e Pinè, in seguito, a ottobre, la zona di Cantù in modo da coinvolgere la Lombardia, e infine ci si sposta nella zona di Udine. Un percorso semplice ma con delle certezze”. 

Questo l'obiettivo di breve. “Creare un gruppo e dare ai ragazzi le fondamenta tecniche della disciplina. Per chi non è seguito da allenatori, trasmettere loro i fondamentali sull'allenamento. L'intenzione è di disputare gli Europei Youth in Russia il prossimo anno. Oppure per i Mondiali Junior in Finlandia. In realtà è una sorpresa. Nemmeno loro lo sanno ancora. Non è però scontato che ci andremo. Vogliamo creare una base buona e se ci sono i presupposto allora andremo agli eventi. Non siamo intenzionati alla partecipazione fine a se stessa. Non vogliamo nemmeno vincere a tutti i costi, ma di sicuro faremo le cose se ci sarà la prospettiva di vedere un gruppo determinato e di qualità. C'è molto da fare, a partire dal calendario, ma a piccoli passi e con umiltà possiamo ricostruire un movimento”.

 

Da Azimut Magazine N23

P.I.

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