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10/06/2017

LA SVOLTA TRICOLORE: PADRONE CERCASI

LA SVOLTA TRICOLORE: PADRONE CERCASI

VIGOLO VATTARO (TN): Una stagione agonistica 2017 senza padroni, senza dominatori del campo di gara tali da far pensare che le gare si risolveranno in una sorta di lotta per il secondo posto. Questo sembra essere il leit-motiv delle categorie Elite maschili e femminili alla luce dei risultati emersi nelle due gare sprint di Urbino e Dervio, e di quelle nel Bosco delle Cesane e sui rilievi di San Primo.

L’annata nazionale si è aperta nello splendido scenario medievale di Urbino, e sulle intricate pendenze della città marchigiana abbiamo assistito nel giro di pochi minuti ad una conferma e ad una rinascita. La conferma, in campo maschile, è quella di Riccardo Scalet (PWT Italia) che si è imposto con un vantaggio di ben 29 secondi sul suo eterno compagno di duelli al calor bianco della disciplina sprint, ovvero Giacomo Zagonel (US Primiero) ed un minuto netto su Mikhail Mamleev (TOL) che anche in questa annata 2017 non ha rinunciato fin dalla prima uscita a rappresentare lo showstopper per le velleità di tutti gli atleti intenzionati a vestire i panni del leader del movimento orientistico Elite nazionale. La rinascita è invece quella di Viola Zagonel (US Primiero) che, a due anni dalle ultime vittorie, ad Urbino ha ritrovato in un colpo solo smalto e cattiveria agonistica che le sono serviti per staccare di soli 8 secondi la favorita Lia Patscheider (Sport Club Merano), con un podio finalmente tutto giovanissimo completato da Anna Giovanelli (Orienteering Dolomiti). 

 

Chi si aspettava una doppietta, da parte dei due vincitori del sabato, sarà probabilmente rimasto più sorpreso nel leggere i nomi dei vincitori della prima gara in bosco nell’inedito Bosco delle Cesane: una puntata di pochi euro sull’abbinamento Michele Caraglio (Agorosso Bergamo) e Markéta Tesarova (Orienteering Trieste) avrebbe sbancato tutti i bookmakers. Nel caso di Caraglio, passato quest’anno dal Cus Bologna alle fila del sodalizio bergamasco, non possiamo che tornare ad evidenziare le sue doti di atleta serio, silenzioso, mai sopra le righe e per tutto questo mai forse annoverato davvero nel ristretto lotto di favoriti di una gara nazionale quando c’è da restringere il campo da 7-8 nomi a quello del vincitore. Eppure, anche in una annata agonistica che lo vede impegnato anche nei ranghi del Consiglio Federale, Caraglio ha sciorinato una prestazione maiuscola fin dal primo (e decisivo) punto di controllo del percorso che gli ha permesso di lasciare a quasi un minuto Zagonel (due volte secondo) e Scalet (due volte sul podio). Il nome di Markéta Tesarovà (con pronuncia vicina al “Tezàrsgiova”) era sconosciuto ai più; approdata a Trieste per motivi di studio, l’orientista ceca come prima azione per ambientarsi ha digitato su Google le parole “orienteering” e “Trieste”… ed i giochi sono stati fatti! La sua è stata una vittoria netta, con oltre un minuto di vantaggio su Heike Torggler (Sport Club Merano) che era uscita malconcia ad Urbino da un incontro-scontro con un pirata della strada indifferente allo svolgimento della gara; al terzo posto Irene Pozzebon (Pol. Besanese) che ha dimostrato, e dimostrerà, di mantenere la condizione fisica e mentale che avevano accompagnato le sue ultime uscite di Coppa Italia 2016.

 

E i vari Inderst, De Bertolis, Tenani, Dallavalle, Kirchlechner, Curzio? C’erano anche loro, ma i posti sul podio sempre e solo tre e la concorrenza davvero tanta. Così, ad ogni rimescolata di carte e se la condizione fisica non è più che perfetta come nel caso di Christine, i risultati tendono ad essere meno omogenei e le gare sempre più incerte ed entusiasmanti da seguire fino all’arrivo dell’ultimo concorrente.

 

Ne abbiamo avuto la prova durante il secondo fine settimana a Dervio e San Primo, teatro delle gare sprint e long del Como Lake Orienteering Meeting internazionale. La prima cosa da tenere presente è: “10 secondi”. Sono 10 secondi in tutto, su un arco di due gare, a separare i vincitori dai runner-up nelle due gare maschili! A Dervio l’arena dell’arrivo ha vissuto per tutto il pomeriggio del sabato continui e spettacolari capovolgimenti di fronte, fino all’arrivo in campo di Riccardo Scalet che ha stampato un tempo di 40 secondi inferiore a quello di Mattia De Bertolis (US Primiero). I parziali lungo il percorso davano a quel punto il solo Andrea Seppi (Erebus Vicenza) in grado di impensierire il leader; a 100 metri dal traguardo solo due secondi separavano i due atleti, a favore del trentino, ma in quei 100 metri Seppi è riuscito a sprigionare una volata di livello mondiale, e le sue falcate lo hanno proiettato sul traguardo con lo stesso tempo del rivale! Due vincitori nella stessa gara Elite, come non si assisteva da tempo. Tra le donne è sembrato che Tesarovà, una volta ambientatasi nel circuito italiano, potesse far prevalere la sua costanza di gara anche sulla distanza sprint; ma non aveva fatto i conti con Lia Patscheider che, sulla distanza preferita, ha ritrovato il colpo d’occhio e la velocità che l’hanno resa campionessa italiana Elite nell’ultimo anno da junior. Quello stesso colpo d’occhio e velocità che ha ritrovato sul terreno quasi di casa Eleonora Donadini (Pol. Besanese) che in un altro arrivo allo sprint per il terzo posto ha prevalso su Kirchlechner e Zagonel. 

 

A questo punto, per completare il primo poker di gare, mancava solo San Primo: terreno alpino con piste da sci e pendenze importanti, un tracciatore “tosto” come Mario Ruggiero… c’erano tutte le premesse per una disfida epica (o anche per una impresa impossibile, se il sole non avesse assistito gli orientisti contravvenendo alla cabala che vuole tutte le gare del Nirvana Verde organizzate sotto la pioggia battente). In effetti sul prato dell’arrivo si è assistito ad un numero elevato di arrivi di atleti ed atlete sfiniti, rimasti a boccheggiare alla ricerca di ossigeno ed energie subito dopo la linea del traguardo. Non sono crollati invece a terra né Roberto Dallavalle (GS Monteginer) né il solito Mikhail Mamleev che hanno lottato spalla a spalla lungo tutto il percorso, che hanno sostanzialmente disputato una loro personale gara sprint lunga quasi 90 minuti e che all’arrivo solo stati divisi da soli 10 secondi a favore dell’atleta solandro. In pochi hanno condiviso però le parole pronunciate da Misha al microfono solo pochi secondi dopo l’arrivo: “La gara non è stata così dura come pensavo…”; parole che hanno strappato più di un sorriso a tutti coloro che su quella linea del traguardo si erano lasciati cadere a terra, ma che rappresentano ancora una volta l’immagine della forza dell’atleta ultraquarantenne del TOL. E Dallavalle? Dallavalle è stato come sempre di poche parole, ma l’aperto sorriso per nulla affannoso con il quale ha percorso gli ultimi metri di gara ed ha accolto l’annuncio del risultato lascia pensare che, se avesse avuto modo di ascoltarle, avrebbe approvato le parole di Mamleev.

 

Anche in campo femminile abbiamo assistito all’arrivo di una vincitrice che è sembrata del tutto imperturbabile al percorso disegnato da Ruggiero: è stata Elena Pezzati (SCOM Mendrisio), ticinese, a vincere ed aggiudicarsi così la sua prima gara di World Ranking Event della carriera. Elena è la sorella minore di Tobia Pezzati, due volte campione europeo a livello juniores: dopo la gara di San Primo possiamo confermare quanto già si sapeva, e cioè che quel “minore” definisce una misura del solo l’aspetto anagrafico della loro giovanissima età, e non è certo una comparazione della loro abilità tecnica, delle loro doti atletiche e della loro grinta; prima atleta Elite ad arrivare al traguardo, il suo tempo ha resistito per tutta la mattina agli arrivi delle accreditate nazionali bulgare. Alla fine, ancora una volta, solo Markéta Tesarovà è riuscita a prendere almeno il numero di targa della rossocrociata, ma la gara della atleta ceca le è valso “solo” il secondo posto; staccate rispettivamente di quasi 6 e quasi 9 minuti da Tesarovà, Pozzebon (seconda) e Torggler (terza) si scambiano le posizioni acquisite al Bosco delle Cesane e rimangono a minima distanza dalla atleta triestina per la classifica generale di Coppa Italia.

 

E tra poco è in arrivo un nuovo rimescolamento di carte: weekend di Campionati Italiani Sprint e Middle a Vigolo Vattaro. Là dove le medaglie e le successive convocazioni per la nazionale mettono ancora più pressione nei muscoli e nella tenuta tecnica degli atleti, vedremo chi sarà stato in grado di confermarsi al vertice e chi avrà avuto modo di giovarsi di questo periodo di stop per ritrovare la migliore condizione. Sarà sicuramente un weekend di grande adrenalina e di grande spettacolo.

 

Stefano Galletti

inserito da p.i.

 

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