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04/09/2002

Campionati Mondiali Universitari di Orienteering - Gara conclusiva di staffetta.

Campionati Mondiali Universitari di Orienteering

-Gara conclusiva di Staffetta, 24agosto2002-





Quando il pullman dell'Organizzazione si e' fermato nella piana sabbiosa e rocciosa di Pobiti Kamani, territorio della staffetta mondiale, nessuno voleva scendere.

Quasi credendo di essere fermi per un guasto al motore a questi pullman che si trascinano fra nuvole di scarico, nessuno voleva credere che la staffetta si sarebbe corsa in un bosco di cespugli.

Un'unica collina di sabbia e pietre, che i coach avranno scalato una trentina di volte, dominava la piana assolata, arsa piu' che altro, come in un film di Sergio Leone dove unici animali, formiche e lucertole, facevano da spettatori.

Saliti sul colle il paesaggio sarebbe stato di quelli mai visti.

Epilogo di questi XIII Campionati Mondiali Universitari è questa "prova del fuoco", dove i bicchieri d'acqua che sa di tanica aspettano giá al sole il passaggio dei frazionisti al punto intermedio.

Gli Azzurri si cambiano nella migliore tradizione dell'Orientamento sotto un albero scheletrico, la cui penombra viene divisa fra tedeschi, austriaci e questi cacofonici di bulgari. Come al mare dopo una buona spalmata di crema si esce sotto gli UV pronti coi cronometri.

Parte Marco Seppi, il primo frazionista degli Azzurri, che dopo aver riposato ieri ha energie da vendere: il tunnel del lancio è stretto, polveroso, ma dopo le prime urla tutto torna in quel suono ovattato che sa di sole, con la differenza che 20 staffettisti lá fuori si stanno contendendo la testa della gara.

Alle 10:10 sono previste le donne: l'Italia schiera Laura Scaravonati. Ha gli occhi di una volpe Laura, la malizia nei capelli. Ci guarda: "Le staffette sono il mio pane" dice.

Dopo lo start si scala la collina e si aguzza la vista dall'alto fino all'orizzonte per vedere chi puo' sbucare fra i primi. Seppi esce staccato di 2' minuti dal gruppo degli scandinavi che fanno l'andatura, e' solo ma sicuro; chiudera' 9° cambiando con Alessio Tenani. Intanto cresce un sole cocente, fastidioso come questa lingua bulgara insostenibile fatta di consonanti urlate che lo speaker riesce a trasferire anche nell'inglese del commento ufficiale.

Si è tutti fermi come lucertole, ipnotizzati verso il limite del "bosco" da dove dovrebbero uscire le prime concorrenti. Scaravonati ci ha abituati ad exploits vertiginosi nelle ultime stagioni mondiali, e detto tra me non poteva deludere. Esce la russa per prima, sola é dura tracciare orme nella sabbia, e poi un urlo, che si stringe in gola: quanti saranno una manciata di secondi? e Laura con la ceca Macuchova stanno "collaborando" in sicurezza ad un ritmo insostenibile per le altre.

Gli atleti aggirano la collina dal basso passando dal ristoro, poi escono a 320° ad azimut verso le tre cuspidi in lontananza sulle quali una telecamera fa da vedetta. La gara da qui non è finita, ma sembra piú facile a detta di Seppi, che lamenta qualche imprecisione solo nella prima parte piú nel verde con la solita scarsa visibilitá. Ora si tratta di liberare gli ultimi cavalli rimasti e curare a vista in lontananza le avversarie. Da parte nostra ci sembra di vedere Laura fra i pini radi della parte finale, ma il chiarore fa tremare le immagini di lontano come miraggi.

E invece al cambio Laura esce seconda a soli 8" dalla russa. Praticamente siamo in testa al Mondiale. Christine Kirchlechner ci guarda prima di partire; speravo non lo facesse: questo peso Mondiale le grava tutto su una carriera orientistica ancora povera, seppure intensa. Christine le medaglie ce le ha nelle gambe ed anche nelle qualitá tecniche; ma le trema la carta in quelle mani graffiate.

Intanto si risale il colle ma Alessio Tenani tarda ad uscire dopo le due gare spettacolari della Classica e della Corta Distanza dei giorni scorsi.

Ammetto di sentirmi gli occhi addosso: Laura é come un parafulmine in quei temporali estivi di pianura in cui spesso ci si scopre correre piú in fretta per la paura: nelle attese infatti si incrociano continuamente gli occhi di atleti ed allenatori che ti guardano per il risultato tecnico che abbiamo in mano, per ora. Certo Laura Personaggio non ne soffre, anzi se ne nutre.

Poi i cechi sputano le loro consonanti, allora capisci che il giro della collina l'ha cominciato la loro atleta su tutte, staccata di circa 60" che non è nulla, in questa spiaggia preistorica, in cui vedi avanti il tuo avversario fino ad 1-2 km... ed ecco!

Ecco, seconda non c'é la ragazza svedese, non c'é la finlandese, nè la russa o la tedesca; in questo Mondiale dei sogni, e lo sapevamo che poteva andare cosí, davanti alla svizzera ed alla rumena, all'ungherese altissima ed all'inglese in rimonta esce Kirchlechner.

Siamo secondi e "tiriamo" il Mondiale, ma siamo talmente secondi e concentrati che Christine non solo non vede la borraccia che le viene allungata, ma nemmeno sente che deve lasciare tirare le altre, e non guidare quei vagoni che si attaccano in sicurezza facendo scelte ed anticipando tecnica e tattica.

Ammetto di aver avuto un brivido: davanti c'é l'Italia, un Italia all'attacco che alza la sabbia di potenza e non annaspa come tutte le altre.

Ma c'é l'errore dietro l'orizzonte.

Dove la gara sembrerebbe finita Christine, in una situazione di parallelismo, non riesce a rimanere serena ed intuire la soluzione sotto il sole, tanto che incrocia l'aiuto di Tenani fra le foglie che intanto conclude il suo giro cambiando con Klaus Schgaguler.

Cambiamo al 5° posto con le donne con la staffettista meno esperta Maria Novella Sbaraglia, la piú giovane (matricola universitaria) ma dalla grinta d'acciaio. Non ha nulla da perdere Maria Novella, che affronta un Mondiale con un fazzoletto in testa come la sua conterranea di Subiaco, la migliore Lollobrigida dei film post bellici.

Intanto Schgaguler al punto intermedio passa con una facilitá di corsa sorprendente: é forse l'atleta che l'ha sentito e voluto di piú questo Mondiale, guadagnato coi denti fra tutti i problemi che ci sono stati, non da ultimi quelli di carattere economico-politico.

Schgaguler mantiene posizioni guadagnando minuti di distacco prima di lanciare l'ultimo frazionista che regalerá all'Italia un altro motivo d'orgoglio e di ammirazione: Paolo Grassi infatti completerá la sua prova chiudendo 10° in una rimonta che gli varrá il 3° tempo complessivo fra i partecipanti ed il migliore dell'ultima frazione, battendo persino quel fuoriclasse del francese Gueorgiou Thierry plurimedagliato ai Mondiali.

Per il nostro Grassi, all'ultimo mondiale Universitario visto che nel 2002 ha appeso al muro la Laurea in Economia, gli speciali complimenti degli allenatori norvegesi che hanno saputo apprezzare in particolar modo la sua performance.

Intanto Sbaraglia contiene i distacchi uscendo ottimamente da una prima parte di gara, ma lasciando ugualmente qualcosa in un finale effettivamente sfortunato per le due frazioniste femminili centrali.

Renate Fauner parte cosí in rimonta: sa di possedere carte che le altre nemmeno si sognano e ne esce la staffetta della sua vita: la performance è paragonabile a quella del Grassi fra i maschi se calcoliamo che il tempo di frazione è migliore di quello dei primi frazionisti che solitamente corrono piú forte perchè piú stimolati.

Renate guadagna posizioni portandosi ad 1' dalla finlandese che vaga in preda al panico nella piana sabbiosa. Dall'alto del colle le si urla di crederci, per quanto possa capire ad 1km di distanza, mentre la finlandese sembra aver ritrovato la tecnica e riparte decisa sparendo nella striscia di verde. Poi si corre giú di nuovo all'ultimo punto, aspettando i colori fra gli ultimi rami che frenano la fine dell'avventura.

Sembrava di vederlo il tricolore della giacca... ma sarebbe stato troppo: esce la bianca Finlandia, 20" dopo la russa che arranca con una faccia mostruosa e dopo altri 20" Renate che ancora tira come se gli fossero bastati altri 500mt e quei denti stretti per acciuffarne qualcun'altra.

La cosa stupenda non é stata vederle premiate come settime, fra bandiere e complimenti, con la sgargiante ed inconfondibile divisa del CUSI: la cosa migliore é vedere come le nostre ragazze formassero una Squadra con nulla da invidiare sotto l'aspetto dell'amicizia e della maturitá.

Questo é stato il Mondiale Universitario; per forza il migliore per chi vi ha partecipato per la prima volta, un Mondiale marchiato "CUSI Italia" per coloro che tecnicamente hanno "firmato" tempi da record, un'avventura nella effettiva serenitá pur minata continuamente dalla tensione agonistica.

Per la cronaca fra i maschi hanno vinto i francesi, mentre fra le donne le inglesi precedevano nell'ordine svedesi e ceche.

Per i coach il piacere di provare il percorso alla fine vale ben piú di una consolazione, ma il motivo per capire quali errori e quali sforzi abbiano impegnato i Nostri. Se non altro per capire come presentare la candidatura per il 2006 dell'Italia ai Mondiali Universitari in Sicilia, effettivamente poi tanto osannata ed applaudita.

Per il 2004 la Repubblica Ceca ha ottenuto la cittá di Pilsen, un centinaio di km a sud-ovest di Praga, come sede dei prossimi XIV Campionati. Ma se l'idea deve essere quella di attirare media con spettacoli no-limits o terreni strani come questi bulgari, un po' tanto fortunosi con tane di volpe che sapevano di artificiale, visto che ne di volpi ne di pellicce non se nè parlato, beh allora bene é stato lanciare l'idea del teatro di Taormina come centro gare, ed i fertili terreni dell'Etna come competizioni.

Almeno in Italia faremo correre ragazzi "mondiali" fra rovine greche e romane, strutture ancora agibili di una cultura visibile e storicizzata. E l'unica fortuna sará la storia ed il destino che la caratterizza: e che il dio Vulcano ce la mandi buona.



Andrea Visioli

Orienteering Art Project



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